Fino a qualche mese fa era noto soltanto all’interno delle fraternity e sorority dei college americani. Poi è arrivato in Europa, passando per le onuste facoltà di Oxford e Cambridge. Adesso Facebook, il social network nato nel 2004 dall’idea di alcuni studenti di Harvard, è uno dei siti più visitati e utilizzati anche in Italia. Inizialmente più ristretto rispetto a MySpace (l’iscrizione era riservata solo a chi fosse iscritto a una facoltà universitaria), Facebook si è guadagnato sul campo la nomea di rete sociale più seria e adulta rispetto ad altri sistemi concorrenti. Gli studenti americani, a quanto pare, lo vedono come parte integrante imprescindibile della loro vita sociale, in facoltà e fuori: su Facebook si organizzano feste, si discute, si creano amicizie e amori tra studenti anche fisicamente lontani. Non è un caso, insomma, se Microsoft ha deciso recentemente di acquistare una piccola quota di Facebook. A quanto pare, il futuro del social network è tutto lì, nascosto tra i 42 milioni di pagine personali, e nemmeno il più folle degli investitori si lascerebbe sfuggire un tale bottino di “capitale umano”. Ma a che cosa serve Facebook? La risposta è più o meno sempre la stessa: aggregazione, condivisione di contenuti, creazione e mantenimento di relazioni eccetera. Bisogna provarlo, per poi decidere se abbandonare il proprio profilo al suo destino o visitarlo almeno sporadicamente per aggiornarlo (e aggiornarsi su quello degli amici). Un ricerca svolta dalla società svedese Pingdom sancisce l’inarrestabile ascesa di Facebook rispetto a tutti gli altri social network, lontani anni luce. Facebook può infatti vantare, secondo i dati forniti da Google, 260 miliardi di pagine viste al mese, undici volte di più di quelle di Myspace (24 miliardi di views) fino a pochi anni fa leader tra i social network, e 8,6 miliardi di visite al giorno pari a 6 milioni ogni minuto e 37,4 mila miliardi in un anno. Twitter, seppur seguitissimo è una realtà quasi invisibile, con le sue 4,4 miliardi di pagine viste al mese, rispetto alla potenza di Facebook. In pochi anni da quello che sembrava un combattimento ad armi pari tra Myspace e Facebook è emerso uno strapotere all’apparenza invincibile. Facebook in questo momento non ha rivali a livello di diffusione. Ma non solo. Facebook riesce ad intrecciare la vita virtuale con quella reale come mai era successo fino a questo momento. I gruppi fasulli sorti dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi al pari della manifestazione del No B Day sono fenomeni nati sul Social Network più famoso del mondo che hanno avuto ripercussione anche nel mondo reale. E’ innegabile come, in ogni discorso, in ogni contesto ed in ogni ambito, venga sempre fatto un qualche riferimento a Facebook e a quello che succede tra le sue pagine. Nessuno, neanche chi avversa questo tipo di socializzazione, può ammettere di essere totalmente immune, in qualsivoglia ambito della propria esistenza, dall’influenza di Facebook. Seppur avversato, mal sopportato e forzatamente ignorato da buona fetta della popolazione, Facebook è riuscito ad entrare prepotentemente nelle vite di tutti noi e a comparire in ogni discussione, mezzo di comunicazione, persino nel mondo politico ed economico. E questa è una verità inconfutabile. Ma io mi chiedo, quanto ancora durerà questa oligarchia suprema? Quando arriverà il momento della totale saturazione e della negazione? Ogni giorno mi dico che siamo quasi arrivati alla cima e che il crollo è vicino ma i fatti, e di dati, ogni giorno smentiscono le mie previsioni. Anche se molti amici minacciano ogni giorno di andarsene dalla grande famiglia di Facebook sono poi in pochi a rinunciare alla sbirciatina tra le foto, alla taggata a tradimento oppure alle frase ad effetto sul proprio profilo. Diciamo che, se non fosse per i pochi che hanno abbandonato la barca per gelosie varie di partner insicuri e diffidenti, la mia voglia di capire fino a quando durerà questo sistema dovrà ancora attendere un bel po’ per avere una risposta reale …
Antonella Pirrotta