Anniversario morte Fortugno: Cerimonia a Locri per non dimenticare

“Non esistono vittime di serie A o serie B ed è per questo che Fortugno deve essere considerato come un cittadino d’Italia, come un padre. Dando memoria a queste vittime si ha un modo per contrastare la criminalità”. Si apre così il discordo del Presidente della Camera Gianfranco Fini in visita a Locri per la commemorazione della scomparsa di Francesco Fortugno, ex presidente del consiglio regionale brutalmente assassinato dalla mafia il 16 ottobre 2005. Tanti i politici e le autorità presenti alla cerimonia da Fini ad Alfano, da Rosy Bindi al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, tutti a testimoniare la vicinanza dello stato alla lotta contro la criminalità organizzata. “La ‘Ndrangheta deve sapere che lo Stato è presente e vincente – ha affermato il Ministro della Giustizia Alfano – Le aggressioni allo Stato sono sconvenienti anche per la ‘ndrangheta, perché lo Stato reagisce e reagirà duramente”. L’omicidio di Fortugno scosse pesantemente l’animo degli abitante dell’amara terra calabrese, impotenti purtroppo ancora una volta di fronte alle nefandezze della mafia. Forse fu la svolta decisiva che fece aprire gli occhi a tutti noi e ci fece gridare basta! “Il 16 ottobre di cinque anni fa, uccidendo Francesco Fortugno, la ‘ndrangheta colpì le persone oneste, un’intera regione, la sua voglia di legalità e di riscatto – afferma Adriano Musi, senatore e commissario del Pd Calabria – La bellezza di questa giornata e’ nella presenza di tanti giovani e delle scolaresche; nella mobilitazione dell’associazionismo e del volontariato, testimoni di una Calabria viva e desiderosa di riscatto. Tutto questo da alla manifestazione di oggi un carattere non rituale. Il futuro di questa terra – continua Musi – deve essere costruito sulla trasparenza e sulla legalità, nel nome di quanti hanno sacrificato la loro vita per questi ideali”. Sempre per il Pd ha parlato anche il senatore e componente della Commissione antimafia Giuseppe Lumia il quale ha dichiarato: “L’omicidio Fortugno rappresenta uno spartiacque sia per la ‘Ndrangheta che per lo Stato. La ‘Ndrangheta con la cocaina, la massoneria e gli apparati deviati dei servizi si e’ fatta impresa e politica, ha radicato il suo potere nell’economica e nella politica. Per questo ha deciso di uccidere Fortugno, per eliminare un ostacolo e dare un segnale su chi comanda in Calabria e finanche dentro le istituzioni”. Tante le istituzioni che hanno voluto dire la loro quindi. Una manifestazione che vuole mostrare la presenza del governo nella nostra Calabria sia per quanto riguarda la criminalità organizzata sia per gli altri problemi. La giornata in memoria di Fortugno si è conclusa con la Santa Messa in Cattedrale dove naturalmente la commozione l’ha fatta da padrone. Ci auguriamo che questa presenza da parte del governo non sia solo di facciata e che ci si muova concretamente per aiutare la Calabria che non vuole essere famosa nel mondo solo per le piaghe che l’affliggono ma si vuole rialzare e mostrare quanto ha da offrire all’intera comunità.

Danilo Santoro

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