12\10\2010 – Dopo aver parlato dei future, continuiamo con i Fondi d’Investimento. Si tratta di una innovativa formula finanziaria che ha cominciato a diffondersi in Italia negli anni ’70 (qualcuno ricorderà il fondo svizzero EuroProgramme) e che ha trovato una regolamentazione con la L. 23.3.1983, n. 77. Un Fondo di investimento è uno strumento finanziario che raccoglie il denaro dei risparmiatori per formare un patrimonio indiviso, di cui ogni sottoscrittore detiene un certo numero di quote. Solitamente il Fondo affida il patrimonio ad una società di gestione del risparmio, che si occupa di effettuare gli investimenti che ritiene più utili per realizzare guadagni. In base alle quote possedute, il sottoscrittore acquisisce il diritto di ricevere gli utili, ma deve sopportare, allo stesso tempo, le eventuali perdite. Esistono essenzialmente due tipologie di Fondi comuni di investimento: i fondi aperti ed i fondi chiusi. I primi sono a capitale variabile, in quanto si caratterizzano per la libertà di entrata e di uscita in qualsiasi momento dei partecipanti. Il valore di ogni quota viene calcolato giornalmente in relazione ai prezzi di mercato dell’intero portafoglio ed al numero di quote esistenti in quel preciso giorno. I fondi di investimento chiusi, invece, si caratterizzano per il loro capitale fisso. La sottoscrizione delle quote avviene in unica soluzione al momento dell’istituzione ed il riscatto di esse non può avvenire se non alla data di scadenza del fondo. Il boom dei Fondi di investimento, in Italia, si è avuto negli anni ’80 – ’90, quando anche i piccoli risparmiatori si sono lanciati in questa avventura, che comporta sempre un certo margine di rischio. Ricordiamo, a tal proposito, un altro principio cardine della Finanza: il guadagno è proporzionale al rischio. I risparmiatori che non amano rischiare molto sceglieranno un fondo di investimento dal rendimento garantito (o quasi). Al contrario, gli amanti del brivido azzarderanno operazioni sul filo del rasoio con fondi più spregiudicati. E, per un attimo, la macchina del tempo ci porta indietro e ci sembra di vederli, i risparmiatori degli anni ’90, acquistare IL SOLE 24 ORE al mattino, andare a cercare il proprio fondo, e poi, magari, esultare per la performance, o strappare il giornale per la delusione.
Prof. Giuseppe Cantarella