Scorrendo le statistiche riguardo alla vivibilità delle città italiane troviamo Reggio in fondo alle classifiche riguardanti microcriminalità con 94 episodi su 100000 abitanti (fonte Sole 24 ore). Questo è un dato che fa riflettere molto, perché negli ultimi mesi nella città è in atto una vera e propria escalation criminale con intimidazioni, incendi dolosi, minacce. Gli atti intimidatori nei confronti dei magistrati degli ultimi mesi sono stati molteplici e differenti: bombe, buste con proiettili, sabotaggi, minacce di morte. Tutto questo secondo alcuni si lega alle attività cosiddette “terziarie” della ndrangheta spa, ovvero: la gestione degli appalti, per oltre 4700 milioni di euro stimati, pari a circa il 18.6% del prodotto interno lordo della Calabria, l’imposizione di manodopera o forniture, l’acquisizione tramite prestanomi di esercizi commerciali. Nettezza urbana, rifiuti, macellazione clandestina, grande distribuzione, movimento terra. Le ‘ndrine gestiscono tutto a tal punto da inibire ogni forma di microcriminalità, ecco giustificato il dato riportato nelle classifiche rispetto a tali fenomeni. Reggio è la città con il più alto tasso di permeabilità mafiosa 52.6%, e quella con il numero maggiore di atti intimidatori ai danni di amministratori locali, 121 casi in tutta la provincia.
Salvatore Borruto