04\10\2010 – Proprio così, povera Sakineh, donna Iraniana condannata a morte tramite lapidazione per adulterio e poi salvata dalla mobilitazione occidentale.
Ora è stata condannata per complicità nell’omicidio dell’ex marito, reato per il quale a suo tempo fu invece completamente assolta. Ergo verrà ugualmente giustiziata ma questa volta sul patibolo della forca tramite impiccagione. È questa la triste realtà di un paese, l’IRAN che da un lato vuole essere ultramoderno e “lavorare” sul nucleare e dall’altro continua a eseguire condanne a morte in stile medievale. Il regime di Teheran con l’esecuzione di Sakineh potrà così dimostrare la validità dei propri principi integralisti a tutto l’occidente.
Forse è il caso che la comunità internazionale cerchi altre vie, magari anche quelle informali, per salvare la ragazza e altre sette donne che sembrano essere nella sua stessa condizione. Oppure decidere drasticamente di esportare democrazia, libertà. Ricordiamo solo che l’uso di internet viene monitorato e censurato dalle forze dell’ordine Iraniane.
Fabrizio Pace