The Normal Heart, un film particolare, intenso, forte. Una pellicola che fa riflettere, subito dopo averti dato un pugno allo stomaco. Uno spiraglio sugli anni Ottanta e sul tema dell’aids, dell’emarginazione sociale della comunità gay, l’amore, la sofferenza, le umiliazioni ed il menefreghismo delle classi dirigenti. Un tema che sembra lontano trent’anni, ma che per certi versi resta attualissimo. The Normal Heart è un film ambientato nel 1981 quando un’epidemia, senza definizione, semina preoccupazione e morte nelle comunità omosessuali. Si tratta di un’ondata di vittime che non desta rumore, che resta in sordina e di cui i mass media se ne guardano bene dal parlarne. I sintomi sono visibili, lividi e segni definiti sulla pelle, impossibili da coprire seppur gli uomini che frequentano gli ambienti privati della comunità gay newyorkese, tentano di nascondere, di non accettare. Lo chiamano il “cancro dei gay” ma è riconosciuta dalla società etero come la malattia dei dissoluti. Una provocazione su pellicola, che scuote l’animo degli spettatori e fa – al contempo – riflettere quale sia, al giorno d’oggi, il limite della società: il rispetto delle scelte di vita altrui. Ma The Normal Heart è anche un film contro l’indifferenza pubblica, quella che forse ha mietuto più vittime dell’Aids stesso. Tratto dall’opera teatrale omonima di Larry Kramer, The Normal Heart si colloca, assieme a Philadelphia, in quell’angolo di videoteca in cui qualche volta cade l’occhio e ci si ricorda del dolore e delle emozioni che abbiamo provato, non come semplici spettatori, ma come esseri umani. Se l’Entertainment Weekly lo ha definito come il più importante film dell’anno, un motivo ci sarà! Un film che al cinema non ci è mai andato, ma che nonostante lo stampo da grande schermo, ha visto nella televisione una buona vetrina. Mark Ruffalo lascia i muscoli di Hulk in The Avengers e si lascia andare in un ruolo dalla fragilità intensa. Non di poca importanza, l’interpretazione memorabile di Julia Roberts, Matt Bomer e Jim Parsons (ben noto come Sheldon Cooper di TBBT). 
Ilenia Borgia – Critico Cinematografico
