Archiviata la pratica del voto finale alla Camera sul decreto Milleproroghe, la giornata politica odierna vedrà, inoltre, l’esecutivo tornare sulla riforma del lavoro. Era prevista per oggi, infatti, una riunione del Consiglio dei Ministri che dovrà deliberare sui due decreti attuativi del Jobs act. In conformità alle notizie trapelate qualche giorno fa, la discussione avrà come oggetto innanzitutto l’ormai famoso contratto a tutele crescenti e il nuovo ammortizzatore “Naspi”, il sistema di misure contro la disoccupazione detto anche “Nuova assicurazione sociale per l’impiego” che partirà da Maggio. L’altro ammortizzatore sociale previsto dalla riforma, invece, si chiama “Dis-Coll”, cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di contributi versati. Il primo, però, durerà per un periodo di tempo più ampio, in quanto il sussidio sarà pari alla metà dei periodi contributivi degli ultimi 4 anni, (durata massima di 24 mesi), rispetto al secondo che avrà una durata pari alla metà dei mesi di versamento (durata massima di 6 mesi).
Scontro Governo-Sindacati
Le misure salutate come un grande successo dal Governo, com’era prevedibile, non hanno trovato il consenso del mondo sindacale. Se il Premier Renzi, compiacendosi su twitter, ha scritto che “oggi è il giorno atteso da anni, il JobsAct rottama i cococo vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti”, il segretario della Cgil Susanna Camusso ha, invece, parlato di “liberalizzazione e facilitazione dei licenziamenti” e di risposta che non costruisce soluzioni per il lavoro.
Licenziamenti
In tema di licenziamenti, infatti, il Governo a guida “dem” si è orientato, da un lato, nel rendere possibile il reintegro (articolo 18) solo per i licenziamenti discriminatori o definiti insussistenti, dall’altro, nel concedere al lavoratore un indennizzo economico, crescente sulla base dell’anzianità di servizio, nei casi di licenziamento illegittimo, fino ad una massimo di 24 mensilità.