Un’importante decisione del Tribunale del riesame ha consentito alla storica struttura denominata “Kalura” di riaprire i battenti dopo il sequestro che l’aveva costretta a sospendere l’attività il 6 novembre scorso. Sulla scorta della copiosa documentazione prodotta e delle argomentazioni addotte dalla difesa – avv. Stefano Priolo e Rosario Infantino coadiuvati dal punto di vista tecnico dall’ing. Vincenzo Polimeni e dall’arch. Erminio Bruno – i giudici reggini hanno accolto “parzialmente” la richiesta di dissequestro. Il provvedimento emesso in seguito alla camera di consiglio del 4 dicembre ha restituito ai titolari la possibilità di riaprire il corpo principale della struttura. Seppure permangano ancora aspetti da definire, e parte delle aree esterne sono ancora sottoposte a vincolo, la notizia è di tutto rilievo nella misura in cui la liberazione dell’immobile consentirà ai gestori del noto locale di continuare le attività già in programma. Decisiva ai fini del risultato ottenuto appare la dimostrata regolarità urbanistica di quella parte di struttura oggi dissequestrata. Il tribunale del riesame, accogliendo la tesi dei difensori, ha ritenuto raggiunta la prova della regolarità del corpo principale della struttura ricreativa. Il sequestro impugnato, ancora parzialmente in vigore, è nato dalle risultanze di una lunga e difficoltosa indagine che sta cercando di fare luce su una complessa vicenda che involge aspetti demaniali ed urbanistici, nonchè plurimi provvedimenti amministrativi emessi nel corso di 51 anni dagli Enti Comunali e Regionali competenti. Le difficoltà emerse nella ricostruzione dei fatti, ancora non definitivamente chiariti, sono comprensibili alla luce del fatto che il “Kalura” insiste sulla linea di confine esistente tra i Comuni di Reggio Calabria e Villa S.G.. Confine che per anni è stato oggetto di lunghe controversie per quanto concerne l’esatta linea di demarcazione.
In attesa che gli sviluppi della vicenda giudiziaria chiariscano definitivamente i contorni dell’annosa vicenda, il provvedimento degli attenti magistrati reggini consente all’importante attività commerciale di continuare ad operare.
“Questo è l’aspetto più rilevante – secondo l’avv. Stefano Priolo – atteso che si tratta di una delle imprese a conduzione familiare più note e stimate del nostro panorama cittadino. Sarebbe stata davvero una grave perdita non consentire, nelle more dei legittimi accertamenti intrapresi dall’Ufficio di Procura, l’esercizio della storica attività”.